La stretta Fed: acquisti azzerati a marzo, tassi vicini all’1% a fine 2022

La stretta Fed: acquisti azzerati a marzo, tassi vicini all’1% a fine 2022

La stretta Fed: acquisti azzerati a marzo, tassi vicini all’1% a fine 2022


L’inflazione è alta. I tassi resteranno però bassi, allo 0-0,25%. Fino a quando il tasso di disoccupazione non tornerà a livelli coerenti con la definizione – non esplicitata però in un target, un obiettivo – di massima occupazione. È questo il messaggio principale del comunicato pubblicato dalla Federal reserve alla fine della riunione di dicembre, ma non significa che non ci sarà una stretta o che non sia vicina.

«Con un’inflazione che ha superato l’obiettivo del 2% per qualche tempo, il Comitato (di politica monetaria, il Fomc, ndr), si aspetta – recita il comunicato – che sarà appropriato mantenere il range (dei Fed Funds rate, i tassi ufficiali, ndr) fino a quando le condizioni del mercato del lavoro non avranno raggiunto livelli coerenti con la sua valutazione della massima occupazione».

Accelera però il tapering: gli acquisti di titoli di Stato saranno ridotti, da gennaio, di 20 miliardi di dollari al mese, e quelli di mortgage-backed securities di altri 10 miliardi di dollari, per calare rispettivamente a 40 e 20 miliardi al mese. La riduzione degli acquisti continuerà con questo ritmo, che è doppio di quello deciso a inizio novembre: a marzo raggiungeranno quota zero.

Il messaggio del comunicato ufficiale, parzialmente rassicurante per i mercati – ma non per chi teme che l’inflazione possa alimentare le aspettative sui prezzi – è apparentemente contraddetto dai “dots”, i “puntini” con cui i singoli governatori segnalano nelle proiezioni economiche trimestrali le loro individuali previsioni – non c’è discussione, quindi – sui tassi di interesse. La mediana (più corretta della media, in questi casi) delle previsioni per il 2022, indica un costo ufficiale del credito allo 0,75-1%, contro lo 0.25% di settembre. Per il 2023 si passa all’1,5-1,75 dal precedente 1%, e per il 2024 al 2-2,25% dall’1.75%. Si tratta di due-tre rialzi in più per l’anno prossimo e di ulteriori tre rialzi per il 2023.

È, in ogni caso, una stretta dal ritmo definito come «graduale» dal presidente Jerome Powell in conferenza stampa. Anche se – ha aggiunto Powell – a fine 2024 i tassi si avvicineranno al livello di lungo periodo nel 2024. I governatori si aspettano dunque una normalizzazione dei tassi in tre anni.



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